martedì 15 giugno 2010

Una vittoria tanto attesa.

Quando ieri sera il Paraguay ha segnato il primo goal, prato della valle ha esordito con un noooooooooooo!! e l'euforia che regnava all'inizio della partita è sembrata spegnersi pian piano. Poi con il pareggio, e un bel vaaaaaaaaiiiiiiii!!!! le facce degli spettatori si sono nuovamente illuminate di speranza. Stare in mezzo alla folla ponendosi come estraneo è sempre molto utile per scoprire le dinamiche di questi fenomeni di massa, che, ha detto bene Vince, sono veri e propri rituali collettivi.
Inoltre ho riflettuto su un altro aspetto: la vittoria della nazionale si configura sempre come una panacea per tutti i mali. La nazionale ha questo mistico potere, ancor più delle singole squadre del campionato italiano, di riunire gran parte degli italiani e regalarle una buona dose di oblio ed euforia, facendo dimenticare tutto il resto. Oggi tutti discuteranno di come si è giocato bene ma non in modo eccellente, oppure di come sta Gigi Buffon o di Cannavaro che non ha contrastato bene Alcaraz e via di questo passo. Nessuno si metterà a discutere del ddl Bavaglio in via di approvazione, o della manovra finanziaria più imponente di questi ultimi anni, o della crisi che continua a colpire i lavoratori (vedi chiusura dei vari call center in Lazio, o lo stabilimento di Pomigliano sempre a rischio); nessuno si chiederà più di come è finita l'indagine sul G8 della Maddalena e sulla cosiddetta "cricca", o per finire, anche se la lista sarebbe molto più lunga, dell'immane disastro ecologico scatenato dall'esplosione della piattaforma petrolifera della Bp. Insomma la vittoria dell'italia non è un semplice desiderio da tifosi, ma è anche un fattore necessario in cui tutti, ed in primis i politici, sperano, per tirare un sospiro di sollievo e far sbollire la situazione direi più che tesa, critica, che stiamo vivendo in questo paese. E' da un po' di tempo ormai che camminiamo sull'orlo del baratro con il paraocchi, come i cavalli che tirano il carrozzone di questo paese; vediamo di svegliarci perchè ognuno di noi è "un cittadino democratico e non un cavallo" (cit da "indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto") e come tale ci si aspetta che non si limiti ai Nooooooooo!!! o ai Siiiiiiiiiii!!! che si sentono ogni volta che un pallone di cuoio oltrepassa una linea bianca.

3 commenti:

  1. Bè cali che il calcio fosse una valvola di sfogo per questa società profondamente malata dove è più importante la vittoria della nazionale di calcio della la libertà di stampa o della possibilità di intercettare un criminale è un dato di fatto!! il problema è che non c'è la voglia di svegliarci ma si sta bene così a guardare la tv e a urlare siiiii e noooo perchè è meno faticoso!! forse quando non si avranno più i soldi per comprare una tv dove guardare la partità si incomincerà a svegliarci..

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  2. Si è vero...ma ad esempio ieri c'era un maxischermo in prato che trasmetteva la partita gratis per tutti... Gratis per modo di dire perchè ha trasmesso pubblicità per tutto il giorno, prima della partita. Cmq che siano il calcio, la pubblicità, le commediole, i reality, saranno sempre trasmessi in qualche modo al pubblico, perchè troppo vitali al mantenimento dello status quo e all'azzeramento del pensiero critico. Con questo non voglio dire che il calcio è "l'oppio del popolo" ma è l'uso che i media fanno del calcio che deve essere incriminato.

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  3. beh, guardati lo spettacolo "Miserabil, io e Margareth Tatcher"

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