domenica 17 ottobre 2010

Un autunno caldo


Ieri ero a Roma, insieme agli operai della Fiom, e a tutti i movimenti studenteschi (medi e universitari) per manifestare contro il comportamento scellerato di questo governo, nonchè dell'elite industriale, fatta coincidere simbolicamente (e non a torto) con Marchionne. Inutile dire che la partecipazione, nonostante la pioggia, è stata molto ampia: non ci sono stime ufficiali ma bastava rendersi conto del fatto che tutto il percorso del corteo era intasato di persone, tanto più che gli interventi dei vari politici e sindacalisti in piazza S.Giovanni sono iniziati quando io, e i ragazzi di scipol (Reality shock), stavamo ancora aspettando di partire dal fondo del corteo, insieme ai gruppi universitari. Insomma quello che si dice una manifestazione di massa.
Cosa possiamo dedurre da tutto ciò? Per prima cosa che una manifestazione di piazza come quella di ieri se alimentata da spirito partecipativo e di solidarietà comune, può concludersi pacificamente senza grandi problemi; cosa che qualche giorno fa Maroni riteneva impossibile, lanciando gravi allarmi di possibili scontri e di infiltrazioni di gruppi esterni; non sono mancate le contestazioni più estreme e radicali (che d'altro canto sono sempre presenti) da parte di alcune minoranze, ma nonostante ciò tutto si è svolto per il meglio.
In secondo luogo, sebbene si trattasse di una manifestazione della Fiom, la presenza di gruppi studenteschi è stata notevole ed ha espresso il sentimento di protesta che ormai da diversi giorni infiamma la penisola, contro la riforma Gelmini, ma anche contro la situazione generale dela scuola pubblica e delle responsabilità delle politiche del governo ("niente bombe sull'Afghanistan, vogliamo più soldi per l'università" era uno dei motti più ricorrenti). Una cosa è certa: il movimento studentesco, pur nelle sue varie articolazioni, non cessa la sua protesta con la manifestazione di ieri , ma promette un autunno infuocato dalle contestazioni; proprio in queste ore si sta tenendo un'assemblea generale nella facoltà di scienze politiche alla Sapienza. Speriamo che questa movimentazione continui e che coinvolga sempre più studenti, in particolar modo qui a Padova dove le proteste non hanno, ahimè, ancora assunto una dimensione significativa in rapporto alla grandezza e all'importanza del nostro ateneo.
L'ultima riflessione che voglio fare è un paragone storico: proprio nell'autunno di 41 anni fa esplodeva la protesta congiunta del mondo operaio e della scuola pubblica; ieri questa situazione si è ripresentata con caratteri di continuità ma anche di novità sul profilo tematico e a mio avviso è stata, la protesta di ieri, un momento di solidarietà collettiva molto utile per chi si oppone al governo Berlusconi. Dobbiamo quindi prepararci ad un "autunno caldo", cosi come era stato definito 40 anni fa, e dobbiamo essere noi studenti universitari nelle prime file di questa protesta generale.

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